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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

Il giardino del poeta fiorisce in pieno inverno: giovedì 1 dicembre

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Il Giardino del Poeta,V.Van Gogh 1888 Speriamo di seminare bene, perchè questo è l'intento e parte d'inverno inoltrato. Il poeta come il giardiniere possiede e attuala manutenzione delle parole che assomigliano ai semi.  Il Giardino del Poeta è un'associazione culturale che ha sede nella bellissima Villa Casciaro , già proprietà del pittore Giuseppe  Casciaro (via Solimena 92) e cerca di mettere in relazione quante più possibili realtà napoletane. Voluta fortemente dalla professoressa Giuseppina Girosi , l'associazione ha lo scopo di osservare e diffondere: "le nuove discipline e  di condividerle con altri, l'associazione continua la propria attività nell'ottica della diffusione, dell'approfondimento e dello scambio di saperi al fine di contribuire costruttivamente all'accrescimento delle consapevolezze individuali" (www.ilgiardinodelpoeta.it) Villa Casciaro, sede dell'Associazione All'interno del già corposo programma di attivit

Francesca Di Martino e l' omicidio figurativo (Uccidi il tuo maestro)

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Francesca Di Martino tra le sue opere Francesca Di Martino è in mostra con Uccidi il tuo maestro al Caffè dell'Epoca in Piazza Bellini fino al 30 novembre. E se una mostra riesce a darti fiato a Napoli mentre prendi un caffè, vuol dire che funziona davvero:  "Ho ritratto il volto del mio padre-maestro per possederlo un'ultima volta Ho sventrato la materia  per trovare il suo sguardo. L'ho amato e l'ho temuto l'ho riverito e l'ho tradito. La simbiotica relazione tra allievo e maestro è compiuta". i ritratti di F.Di Martino Con una simile premessa, è chiaro che Francesca nel ritrarre i suoi maestri d'Accademia, ha provocato il caos . Ma com'è lineare il suo sguardo, come ti dà una sensazione di tranquillità parlarci di questo omicidio di massa. Nessun artista è mai compiuto se non passa per questa fase omicida; e la sua non è affatto crudele, perchè è la materia e la sostanza di ciascuno dei maestri ad essere stata presa di mir

I am a visual artist who believes in art ( Rana Bishara a Napoli )

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Cioccolato e ghiaccio di Rana Bishara Keep in touch! Ci siamo dette martedì a Città della Scienza per la sua mostra ( Colori, fragranze e realtà di una città occupata: riflessioni della vita di una donna a Gerusalemme Est ) e ieri sera Rana Bishara, v isual artist palestinese , è venuta in Galleria su mio invito. C'era un black out , ma per fortuna la serata è andata benissimo.Giusto in tempo: keep in touch now! Poche parole,  ma so ascoltare e quel poco mi basta a capire le intenzioni del cuore. Rana nella sua performance a Città della Scienza ha intinto nell'origano (che i Palestinesi non possono raccogliere sulle loro colline, pena una salatissima multa ) e ha simbolicamente spezzato il pane e ci ha imboccato: questo è il corpo di una donna per le donne palestinesi, fate questo in memoria di ciò. Poco prima, si era vestita dei braccialetti con cui chiudono i polsi ai Palestinesi ai checkpoints : una cotta di plastica inframmezzata di friselle (omaggio a Napoli) e si e

Non son barbari i Briganti, forse mugnai ( il sortilegio del paesaggio )

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"Perché voi, iscritti e dirigenti del Partito del Cemento, siete i veri estremisti di questo paese. Le lacrime del Sarno Siete i veri barbari di questo nostro paese. Siete la vera causa del degrado ambientale, della violenza al paesaggio e dello sprofondamento del paese nel fango. No. Non avete nessun diritto di piangere. E gli italiani dovrebbero cominciare a fischiarvi e cacciarvi dai funerali. E gli italiani dovrebbero smettere di pregare davanti alle vostre altissime gru, totem di un modello di sviluppo decotto e decadente, che prima di collassare, rischia di annientare i beni comuni di questi Paese, di questo pianeta." (Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano,Mi) Il sortilegio del paesaggio I briganti non sono barbari.Gli alberi li nascondono. La macchia li protegge da colpe più gravi. E gli Italiani dovrebbero capirlo, è tempo. Dovrebbero abbandonare le sicure città e combattere torrenti di sangue per le loro montagne assassinate

Deflagrazione di colori e forme, Luigi Castiglione e la teoria dei buchi neri

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Il nero è la quinta teatrale e dimensionale su cui esplodono le passioni del Maestro Luigi Castiglione. Scoppiano di colore da uno sfondo apparentemente neutro, si ritagliano e corrono, prendono il volo, si baciano o slanciano; vivono insomma dello spazio esiguo che occupano cromaticamente sulla tela nera e delle azioni che vi operano sopra. Il Maestro Castiglione ritratto da U.T.Vocaturo Della mattinata con Luigi, delle chiacchierate tra passato e presente della sua pittura, mi è rimasto impresso un concetto: l’apparente abbandono dell’arte figurativa. Quando nessuna luce raggiunge l’occhio, quello è il momento del nero: l’attimo cromatico particolare che in Occidente ha un significato troppo spesso negativo. Ma a me quel nero trascina lontano, fino al concetto di buco nero : nella teoria della relatività generale, tecnicamente, un buco nero è una regione dello spazio da cui non può sfuggire nulla, neppure la luce. Secondo la definizione scientifica più accredit

Cinta dalla memoria (L'Italia dell'acqua e della pietra)

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Panorama da Alatri (Fr) L'infanzia è la cassettiera dei ricordi, delle favole e della memoria più bella. Mentre diluvia, e l'Italia affoga insieme agli innocenti, mi torna in mente Alatri (Fr). E' un paese foderato di pietra, monoliti poggiati al fianco di una collina, diagonali decise d'appoggio della mia memoria. Io penso indietro di pietra, di tagli e di perizia antica nel lavoro. Come degli orafi, gli artigiani poggiarono i sassi nel castone di terra della collina.  Ne ebbero cura millenaria, e certo, gli Etruschi che là sotto passarono per andare in Campania, ne rimasero intimoriti: è una storia che non conosciamo, che non ci insegnano sui banchi di scuola perchè è lontana, seppur gloriosa. E' la storia dei paesi dei briganti,e delle loro montagne vette lontane. E' una storia di pietra che resiste poggiata senza la malta delle parole, è la storia della mia infanzia. Cinta megalitica di Alatri Oppongo alla alluvione che forse ci sarà anch

Voglio far la Brigantessa

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ex-voto con brigante, dal Santuario della Selva di Sora Le montagne del Lazio interno, le mie montagne, sono assediate dal cemento di famiglia: casotti per far vivere in eterno figli coi padri, famiglie con famiglie. Perpetua eredità endogamica poco armata: ogni terremoto le butta giù. Dell’Aquila abbiamo tremato la sorte, e di notte spesso noi sentiamo “i scisceri”, i respiri della terra prima del terremoto. Mi hanno insegnato a farmi croce sulla fronte mentre invoco Sant’Emidio che è il santo di Campoli Appennino: le più belle doline a imbuto che possiate vedere al centro di un paese. La mia terra è fatta degli orli di inghiottitoi improvvisi o delle cascate del Liri che attraversano paesi, di Isole d’acqua in mezzo alla terra. Di notte ho sentito il lupo, e lo sparo del bracconiere. Ho visto le orme dell’orso marsicano e lo stambecco di un parco minato dalla follia della betoniera. Sono le terre di Fontamara; io le ho viste queste terre tra un’acqua rara o troppo violent

Napoli 2 novembre 1764: quando la città esplodeva di vivi e di morti(Ai morti senza nome)

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“ …vuole il re che si segua il dettame dell’Architetto Fuga, qual assicura che sono a ciò sufficienti quelle che si trovano per ora già perfezionate nel detto Camposanto al numero di duecento, e capace ognuna di più centinaia di cadaveri, senza che vi sia la necessità di formarsi  le mentovate due fosse nuove” (carteggio di Giovanni di Goyzueta al Signor Duca Perrelli,1764). Grazie alle Radiomemorie di Sonus Loci , la Sirena esplora la sua Storia. E' in arrivo la nuova puntata sulla Napoli dei vivi e quella dei morti: La città dei vivi e la città dei morti (Ferdinando Fuga, architetto della ragione).   E' l'aprile del 1764, esplode un'epidemia in città: febbri putride . Una catastrofe della malnutrizione, causata dalla carenza alimentare cronica e soprattutto dalla mancanza di vitamine; probabilmente scorbuto, beri-beri, pellagra, diatesi emorragica , si sparsero per la città uccidendo migliaia di vite. In soli sette mesi si contano 40.000 morti. Era da poco