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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

MediterranPitechi della baia di Napoli

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Tifone/Tifeo Procolo è un pescatore di Ischia. Ci incontriamo alla fine del tondo cratere della bella isola verde: lui ha ancora gli stivaloni verdi gomma e l'aria stanca del mare sulla faccia allungata, mentre  io scendo da un quaranta piedi a vela, sbarco nemmeno tanto elegante dopo il lavoro. Per me il mare è tornare all'essenziale; un essenziale comodo, contemporaneo, ma non certo da turista. Quando entrate nel porto-cratere che Ferdinando II fece aprire nel 1853 per meglio collegare la  sua  Villa de'Bagni, entrate in un posto unico sulla terra. E' un porto quasi fantastico: a pelo d'acqua stanno le banchine di piperno, segno di una stabilità del livello del mare che solo un cratere può dare... E il cratere  di un antico vulcano fu infatti aperto, slabbrato di un orlo per consentire il passaggio delle navi creando un approdo unico, prezioso e riparatissimo per la bella isola. L'isola che un tempo fu l'unico ponte della civiltà medi

Epigrafonia: la musica scritta sopradentro le pietre di Napoli.

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Epigrafonia, letteralmente la musica sopradentro le pietre. Agathodaimon di Pompei, innocuo Vesuvio. Si dà il caso che le nostre pietre siano particolari: di tufo e piperno. Come potete immaginare, emettono suoni diversi: il tufo si scava ed accoglie dentro-sotto, il piperno resiste dentro-fuori: Napoli sotterranea, e le presunte melodie incise sopra il bugnato del Gesù Nuovo, sono due esempi. Ma la musica della memoria è ancora più antica: l'antro della Sibilla, o presunto tale. Le grotte di Seiano, e i mitrei e...rifugi, ipogei catacombe, Fontanelle (una cosa a sè), cave, terresante... Ma qual è la musica che si ode? L'epigrafonia delle pietre ha a che fare con la memoria. Come le celesti sfere di Plutarco, s'odono melodie armoniche di fequenze strane e ancestrali legate alle Sirene, e poichè le cose del mondo sono tutte collegate, il sotto e la morte e l'attraversamento dell'Ade, ci riguardano da vicino: ma non con maciullamenti idioti da mostra

Tanatopatia: l'illusione che la guerra passi mostrandola

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Tanatopatia Partenopee (occhietti di pastori presepiali) Pubblicare cadaveri è un atto osceno, oltremodo inutile alle ragioni di colpevolezza o legittimità di questa o quella parte: resta una puttanità, poichè sfrutta un corpo morto a sostegno di una presunta tesi. Resta un atto osceno assimilabile alla più becera pornografia, per cui vi chiamerò:  pornografi mortuari. Posto che il sangue chiama sangue,  pubblicando un corpo maciullato  il livello visivo viene abbassato alla barbarie dello scempio; alla distruzione, al massacro... generando un odio epidermico nello spettatore che reagisce schierandosi apparentemente.   Un'orgia visiva di cadaveri webbatici, in cui si è perso ogni pudore nei confronti della morte, è una puttanità: resta una puttanità poichè sfrutta un corpo morto a sostegno di una presunta tesi colpevolista o innocentista. Metropolis  Coloro che pensano che la guerra passi mettendo maciullammenti di persone, sono colpevoli per me di lasciarsi and

Napoli c'è: la libreria di azionariato popolare IoCiSto.

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Ieri sera il Vomero, il quartiere di "su Napoli" è andato in tilt, ma nennemo più di tanto. Io ho trovato anche parcheggio in via Luisa Sanfelice, quindi a due passi. Moltissime persone hanno invaso pacificamente lo spazio antistante la funicolare di via Fuga, dove in via Cimarosa 20, si inaugura la nuova libreria di azionariato popolare "IoCiSto". Uno spettacolo fatto in casa, con cose prestate e lavoro gratuito degli artisti; una testimonianza che quando la città è chiamata ad esserci, c'è, gratuitamente e con fiducia. L'iniziativa, nata virtualmente sull'onda emotiva dell'indignazione per la chiusura di molte librerie partenopee, e portata avanti dalla tenacia di un gruppo di persone che si è andato allargando sempre di più, parte coi migliori auspici e il migliore degli entusiasmi, che collettivamente si propana e che riesce a smuovere, come incontrovertibilmente si vede, quasi un migliaio di persone. Il sindaco che pure era presente tra la

Chi insaguina il mare, sversa coscienza (il Sarno arrossato)

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Qualche giorno fa, la foce del Sarno è diventata rosso sangue, ma sangue non era. Qualche momento di caos, fotografie, il Mattino pubblica la notizia, ore di latenza e shoch, poi si è capito che in qualche punto del Sarno, qualcuno aveva sversato una sostanza rossa: il rivo San Marco a Castellammare, si è scoperto, aveva ospitato la tranquilla immissione di quel colore. "Qualcuno" per incoscienza -pare si sia trattato di un semplice barattolo caduto, si sono giustificati!- aveva pensato bene di diluirlo con acqua e gettarlo semplicemente nella fogna.  Il barattolo doveva essere piuttosto grande: eppure, si sono difesi... con  la percentuale di diluizione alta. Il Sarno però si arrossava già anche di pomodoro, delle sue scorze e del rosso succo, altro inquinamento di non poco conto; e che strana combinazione questa della vernice: il Sarno non si tinge che di rosso colore, a prescindere dalla sostanza sversata. Il fiume è lungo 24 km, attraversa ben 38 comuni, tra le p

Napoli che hai bisogno di miti (di Achille,Eracle,Ciro e Salvatore)

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Napoli delle Sirene, ha sempre bisogno di eroi e di miti.  In genere i secondi precedono i primi: Eracle nelle sue gesta è eroe ordinatore di città, e arriva dopo le sirene nel Golfo. Ma appunto, le sue sono gesta eroiche o mitiche e tendono, attraverso le sue scelte di sacrificio consapevole, a superare ostacoli che altri non possono, che ad altri sono impediti anche dal fato.  Così Paride aveva il destino segnato, e Achille pure di conseguenza: dal giorno che la madre Teti lo prese e lo immerse, eccetto il tallone, nelle acque del torrente: per papà Peleo, re dei Mirmidoni di Tessaglia, terra di confine e quasi barbara. Altrove è detto che Achille crescesse coi centauri, ed ecco perchè metà di lui e della sua rabbia, è opera di istinti più grandi, più selvaggi e ancestrali... Nelle cronache napoletane quotidiane di questi giorni, di morti assurde di ragazzi giovani che ascendono al cielo  -come ci ricorda Menandro ( " Muor giovane colui ch ' al cielo è c

Libri e librerie, bene comune in via (d’estinzione)

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Nel 2012 scrissi un articolo con lo stesso titolo di questo, ma allora, aveva un punto interrogativo, che oggi posso tranquillamente togliere aggiungendo due parentesi, dopo il blitz di sabato che ha multato le storiche bancarelle di libri usati a Port'Alba (http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=532:libri-e-librerie-bene-comune-in-via-destinzione&catid=72)  -Oggi che le librerie storiche hanno chiuso, come la più famosa Guida a Portalba (Guida-Merliani al Vomero, Guida a Piazza San Domenico, Liguori o la storica Casella, e il ridimensionamento della Fnac).  Tipologie molto differenti di attività hanno abbassato le saracinesche; il caro fitti che ha decretato la chiusura di taluni esercizi, è certo una delle voci importanti di cui tener conto, ma la crisi del comparto è ormai sistemica: si compra meglio e prima in digitale, si legge in digitale ed è sempre più una realtà. E forse si legge anche meno di sempre. La li