Libri e librerie, bene comune in via (d’estinzione)


Nel 2012 scrissi un articolo con lo stesso titolo di questo, ma allora, aveva un punto interrogativo, che oggi posso tranquillamente togliere aggiungendo due parentesi, dopo il blitz di sabato che ha multato le storiche bancarelle di libri usati a Port'Alba (http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=532:libri-e-librerie-bene-comune-in-via-destinzione&catid=72)
 -Oggi che le librerie storiche hanno chiuso, come la più famosa Guida a Portalba (Guida-Merliani al Vomero, Guida a Piazza San Domenico, Liguori o la storica Casella, e il ridimensionamento della Fnac).  Tipologie molto differenti di attività hanno abbassato le saracinesche; il caro fitti che ha decretato la chiusura di taluni esercizi, è certo una delle voci importanti di cui tener conto, ma la crisi del comparto è ormai sistemica: si compra meglio e prima in digitale, si legge in digitale ed è sempre più una realtà. E forse si legge anche meno di sempre.
La libreria generalista di stampo tradizionale, e persino il mercato dei libri usati ha perduto gran parte dei suoi esercizi specialmente nelle strade tra Portalba e via Foria, oggi sottoposta a multe assurde -dopo anni di totale di totale disinteresse- ed è destinata a cedere il passo alle grandi catene, meglio attrezzate, più grandi, con maggiore distribuzione e in grado con piccoli e grandi eventi, di attirare l’attenzione dei già pochi lettori napoletani, venendo incontro al gusto dei consumatori, ma anche e soprattutto, a quello dell’editoria e delle sue lobbies. Anche il paesaggio urbano subisce una pesante rimodellazione, e talvolta perdita di identità se non prestiamo attenzione al confine tra impresa privata e bene comune .
Ma qui a Napoli, dopo le multe di sabato alle innocue bancarelle di libri, la politica è in frantumi rispetto alle reali esigenze delle persone: e soprattutto le idee confuse sulla questione del suolo pubblico che certamente va pagato, ma con le dovute distinzioni, in una città in cui in pieno centro storico non si riesce nemmeno a far spostare le bancarelle del falso. 
E allora non vi può essere che una ostilità dichiarata alle forze di pubblica sicurezza e a questa politica di raffazonamenti continui, di confusioni e proclami, che però cadono nel vuoto. Se Port'Alba perde la sua identità per una presunta ed estemporanea messa in regola, la credibilità del sindaco, della sua giunta e le stesse forze dell'ordine vengono giustamente percepite come inutili e dannose. Si rimetta mano certamente, ma non svegliandosi all'improvviso e pretendendo una messa in regola che non è mai esistita.
Tra le tante lotte che potevano essere intraprese per l'economia di questa città e il suo risanamento, questa è davvero la più demenziale. Un morente a cui si nega l'ossigeno, ed anzi, lo si multa perchè sta sopravvivendo: ma davvero non c'erano altre priorità?


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