Napoli c'è: la libreria di azionariato popolare IoCiSto.

L'iniziativa, nata virtualmente sull'onda emotiva dell'indignazione per la chiusura di molte librerie partenopee, e portata avanti dalla tenacia di un gruppo di persone che si è andato allargando sempre di più, parte coi migliori auspici e il migliore degli entusiasmi, che collettivamente si propana e che riesce a smuovere, come incontrovertibilmente si vede, quasi un migliaio di persone.
Il sindaco che pure era presente tra la folla, è stato a guardare; probabilmente nessuno pensava che la cosa fosse tanto partecipata.
I tempi per le librerie sono difficili, lo sappiamo, e quindi l'associazione culturale -così si è costituita al momento- avrà un gran da fare a reperire i fondi che le servono a sopravvivere e a funzionare, ma intanto è partita, con una quota di 50euro a persona con oltre 1600 aderenti al momento. Ma ieri sera, c'erano i banchetti per le sottoscrizioni e certamente altri soci hanno aderito.
E' ovvio che la questione si giocherà sul lungo periodo, con una scommessa per niente facile: però un dato è certo, questa Napoli, che non è solo il Vomero, aveva voglia di stare insieme; di passare una bella serata semplice, in compagnia di altri cittadini, bere una cosa, mangiare una zeppola (che era chiusa) e quindi ci siamo lanciati sulle patatine -la nuova moda. Napoli aveva voglia di fare e darsi una scrollata, oltre che indignarsi a vuoto.
Speriamo che l'esprienza collettiva serva a crescere insieme come città e come identità cittadina; talvolta quello che conta è che certe cose nascano a prescindere dal loro esito.
Anche se ovviamente, auguro all'associazione di vivere serenamente il travaglio della carta stampata: riusciranno i nostri eroi? La perdita delle librerie a Napoli, è davvero un dato triste e che ci riguarda: probabilmente i lettori sono sempre gli stessi di numero, e ieri molti di loro han detto che non va più bene che una città chiuda una libreria, e che anzi, ne vorremmo mille altri di questi eventi.
La voglia di stare insieme, di fare corpo sociale, a Napoli è sempre una bella cosa: è una città viva, idealmente parlando, nonostante i detrattori. Quindi, qualcunque sia il futuro, è stato bello esserci, partecipare col corpo, e dire e sentire "IoCiSto".
La misura delle cose non è la paura del fallimento, ma l'esperienza e la capacità di creare nuove strategie nonostante la difficoltà: quell'energia non si dissipa, serve da esempio.
Questo è un esperimento, un parto difficile e collettivo in un epoca di individualismi e cambiamenti: è un controccorente napoletano... di quelli che ci piace ricordare, attraversano la storia di questa difficile e amatissima città.
speriamo bene!
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