Della Gioia, ovvero in controtendenza (Beethoven a Napoli)
Per la ricorrenza delle donna del 2013, desideravo fare qualcosa di nuovo. La città della Scienza incendiata e il crollo del seicentesco palazzo alla Riviera di Chiaia, mi avevano convinta che la città di Napoli necessitasse di una riscossa della Co-Scienza. Non è per sminuire la giornata delle donne, ma se penso a cosa esse sono per me e nella mia vita, io penso alla gioia.E così...
Il brutto termine ormai utilizzato comunemente come "femminicidio" non solo non mi piace, ma mi pare foriero di grandi travisamenti: assomiglia ad olocausto che non si può fermare e non piuttosto, alla costruzione di una tendenza critica della società italiana. Sembra impossibile oggi parlare di gioia, di felicità, di tendenza positiva della vita rispetto agli "enormi problemi" e alla "crisi": le parole paventano tutte ormai, una scenogafia troppo spesso fatta di immagini e luoghi comuni; così comuni da diventare negazione stessa di ogni altro sinonimo o contrario. Ma una Rivoluzone, specialmente se umana - e dunque del singolo individuo che si riappropria della volontà del fare e di aggregarsi (e questo è il vero problema del nostro concetto di potere eternamente in delega altrui)- è attuata dal singolo in controtendenza. Non è certo l'andare forzatamente controcorrente che evoca la risalita faticosa di salmoni-pensieri, quanto la precisa volontà interiore di tramutare la realtà circostante, il proprio ambiente verso una direzione collettiva, unitaria, positiva. - Ma che co'sè poi una controtendenza?

"Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio (...)
Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi seguono la sua traccia di rose!" (F.Schiller)
-Un grazie speciale a Eliana Esposito e Enrico de Luca per le loro bellissime immagini.Al suonatore rumeno che ha sorriso, legato a noi dalle note e da un linguaggio universale, quello della musica.


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