Artemisia Gentileschi e il suo tempo a Palazzo Braschi, Roma



Artemisia Gentileschi e il suo tempo
 Programma:
Partenza da Napoli Carlo III ore 7.30 ( a richiesta Museo Archeologico Nazionale e Campi Flegrei)
Arrivo A Roma Anagnina h. 10.00
Metropolitana verso Piazza di Spagna/ arrivo a Palazzo Braschi ore 11
Visita alla mostra di Artemisia 11-13
----- Pausa Pranzo
Visita Museo Barracco 15-16
Ritorno Piazza di Spagna, partenza ore 17.00/arrivo ore 19.30
Quota  euro: comprende spostamento pulman Napoli/Roma a/r , biglietti metro a/r, visita guidata mostra/
Non incluso: biglietto Artemisia, euro 10 
Info prenotazioni e contributo associativo: 338 1099379



Il tour prevede la visita guidata alla mostra monografica dedicata alla pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1653), punto contemporaneo fondamentale della ricerca sull’artista, operato tra gli altri dallo studioso napoletano Nicola Spinosa.
La parabola umana e professionale di Artemisia e del suo  talento che le consentì,prima donna della storia, giovanissima, arrivata a Firenze da Roma, di entrare all’Accademia delle Arti e del Disegno aFirenze dopo l’episodio conosciutissimo della violenza di Agostino Tassi. Dopo la recente pubblicazione delle lettere dell’amante Francesco Maria Maringhi, scopriamo altri aspetti della vita della pittrice e della sua opera che fanno della mostra di Roma, un appuntamento imperdibile.  Novità sulla ricerca e sulla vita di Artemisia attendono il visitatore nella mostra divisa in tre sezioni, dedicate alle città della pittrice e al periodo in cui le visse: gli anni giovanili a Roma, quelli della ricerca a Firenze e quelli della maturità fino alla morte avvenuta a Napoli dopo il lunghissimo trasferimento durato nella città partenopea per oltre 20 anni. 
Museo Barracco
Dopo a pausa pranzo, il tour continua verso la cosiddetta “Farnesina dei Baullari”, ovvero Palazzo Barracco con le sue importanti collezioni egizie, etrusche e  greche. Vero gioiello del Rinascimento romano, l’elegante edificio cinquecentesco fu costruito tra il 1520 e il 1523 per il prelato bretone Thomas le Roy, giunto a Roma nel 1494 al seguito di Carlo VIII e attivo nella curia romana sotto i pontificati di Alessandro VI, Giulio II, Leone X e Clemente VII.  Da qui i gigli di Francia che furono scambiati per quelli appartenenti allo stemma Farnese. Il palazzo ospita una interessantissima collezione privata, poi diventate pubbliche grazie alla donazione, appartenenti alla ricchissima famiglia calabrese Barracco. Nel 1849, Giovanni Barracco si trasferì a Napoli presso il fratello maggiore che aveva stabilito la sua residenza in un sontuoso palazzo a via Monte di Dio.
Museo Barracco coll.Egizia
La famiglia, ormai pienamente inserita negli ambienti aristocratici napoletani aveva scelto di aderire, dopo i moti del ’48, agli ideali liberali;
in quell’ambiente, frequentato da artisti e letterati, Giovanni conobbe Giuseppe Fiorelli, il grande archeologo che direttore degli scavi di Pompei e del Museo Archeologico di Napoli. Fu poi consigliere comunale a Napoli nel 1860, mentre nel 1861 il collegio di Crotone lo elesse deputato nel primo parlamento dell’Italia unita come rappresentante della destra storica. Deputato e poi Senatore del Regno, riuscì a collezionare una serie di oggetti d’arte unci che oggi sono esposti dal 1948 a Palazzo Barracco.

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