Il Cielo sopra Napoli. Senza tema di ritorno.
Non mi ritengo una fotografa, mi spiacciono le
definizioni. Restano pur sempre suntive.
Utili, ma suntive.
E
penso che nell'epoca della riproducibilità massima
dell'immagine,annunciata da Barthes in tempi ancora sospetti ma non
acclarati, possiamo solo allenarci alla vista interiore: tutti possono
far foto, ma cosa si vede dopo che si è guardato, quello no, non lo si
può contraffare.
-Shot a picture, direbbe Wenders.
-Shot a picture, direbbe Wenders.
Sparate un'immagine fuori che sia uguale a ciò che siete dentro.
Ci vorrebbe un allenamento serio all'immagine, una educazione visiva, come si chiamava ai tempi miei -e nemmeno troppi fa- una materia a scuola.
Ci vorrebbe un allenamento serio all'immagine, una educazione visiva, come si chiamava ai tempi miei -e nemmeno troppi fa- una materia a scuola.
Si
leggeva una immagine, ci si rifletteva sopra, si guardavano le linee e
si disegnavano le forze visive delle linee. Il tempo nell'immagine è
tutto, aldilà dei tecnicismi che a meno che non si scelga una
professione, restano piccoli segreti dell'anima.
E per l'anima ci vuole allenamento: chi tanto osserva, non è detto che veda. Diceva Leonardo da Vinci.
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Non c'è eccezionalità di
una foto che non rammenti chi la spara: il fucile da cui è partito il
colpo, come scrive il regista de "Il cielo sopra Berlino".
E questo converrete, non si può insegnare.
Io mi sento
per conto mio, un umile occhio della mia interiorità che va passando
d'alambicchi, nella bottega chimica più importante della terra: Napoli.
Questa
città mi obbliga ad un esercizio visivo che discrimina il brutto a
favore del bello, il buono a favore del cattivo: l'anima greca della
città.
Per cui non posso che felicitarmi
degli altri tessuti connettivi di questo immenso corpo, perchè essi mi
forniscono riflessioni e visioni che non avrei.
Il
tutto, dovrebbe portarci a non desiderare un unico occhio, l'occhio per
antonomasia. Eppure Napoli, per come è, si presta ad un occhio egotico:
cerca l'attimo fuggente il fotografo di Napoli. Il paesaggio dei
paesaggi di questa città invisibile.
Ricerca
vana. Sparate pure un colpo, apprenderete di Napoli una immagine
temporanea, la fermerete un attimo, come voi mille. Eppure di queste
immagini belle e non lamentevoli, Napoli ha più bisogno di qualunque
città sulla terra.Se vedeste una Sirena, anche senza appellarvi fotografi, vorreste fissare la sua immagine; e come Ulisse passare oltre, senza tema di ritorno.
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