FiatLux: risplendono i lampadari di Capodimonte dopo la pulizia e il restauro
Lo splendore dopo la pulizia (dal sito del Museo, foto M.Casciello) |
E' da salutare con gioia, il restauro e la pulizia degli splendidi lampadari di manifattura tedesca che nel 1838 Ferdinando II di Borbone dona agli appartamenti reali quando sposa la sua giovane Maria Teresa Isabella d'Asburgo-Teschen. La nuova regina non amava la vita modana, e preferiva le stanze dei suoi palazzi e la cura della numerosa prole della coppia regale (ebbero 12 figli).
Al tempo di questi lampadari, il re aveva deciso di proseguire i lavori della reggia partenopea per il completamento dell'ala settentrionale e dei rivestimenti delle facciate e dei cortili, nonchè in ultimo l'ammodernamento degli interni, affidandoli complessivamente dal 1832 ad Antonio Niccolini e Tommaso Giordano (già impegnanti nell'immenso cantiere dal padre Francesco I).
Normalmente non siamo abituati a considerare le "suppellettili" come parte integrante dei nostri musei: lampadari, tendaggi, parati...percorriamo distratti le sale, senza soffermarci sulla complessità degli ambienti e sulle relative stratifiazioni delle opere d'arte che li decorano.
In genere gli oggetti di uso comune e di arredamento non vengono percepiti che dai soli specialisti, ed invece, essi contribuiscono a creare quell'atmosfera unica che in particolare a Capodimonte, delimita la storica galleria a mezzogiorno, dalle stanze abitate dalle varie dinastie che l'hanno attraversata.
Particolarmente intelligente, nel restauro dei tre grandi lampadari, è la scelta di far eseguire le operazioni di pulizia, smontaggio e restauro a vista, in maniera che i turisti e visitatori possano assistere al lavoro.
Le restauratrici al lavoro nel museo (dal sito di Capodimonte) |
E' apprezzabile sul sito del Museo la scelta di dare rilievo anche ia nomi dei restauratori impegnati: Ilaria Improta, Sabrina Peluso, Ermenegildo Strianese e Ludovica Vairo.
(www.museocapodimonte.beniculturali.it)
prima e dopo (sito del Museo, foto M.Casciello) |
I tre lampadari oggetto di pulizia e restauro sono costituiti da migliaia di cristalli riuniti in cortine e pendagli da perni e fili di ottone (7600 pezzi per i più grandi), che vanno certosinamente smontati, puliti e riuniti uno ad uno con grande pazienza.
Lo splendore dei cristalli e la brillantezza restituita dalla pulizia, getta una nuova luce non solo nelle stanze di Capodimonte: attraverso queste manutenzioni, percepiamo il Museo come un sistema vivente, che va curato costantemente da specialisti. E da parte nostra, non possiamo che ammirare i capolavori che illuminano uno dei musei più belli del mondo.
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