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ArrusbigghiaSonnu, risvegliamoci!

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  Sulla costola orientale dell' #Etna nel comune di #Mascali , sta il castagno di Sant'Agata: ha 2000 anni e 22 metri di diametro. E' meno conosciuto del suo vicino, il castagno dei Cento Cavalli che di anni ne ha 4mila e si chiama così perchè la regina napoletana Giovanna d'Aragona andando in Spagna da #Napoli ci si riparò sotto da una pioggia insieme a 100 cavalieri a cavallo. Questi due giganti stanno tra boschi di noccioli, castagni e querce, tra muretti di pietra lungo i fianchi bellissimi delle foreste protette dell'Etna. Ma il castagno di Sant'Agata ha un'unico ceppo, ed è detto "castagno della nave", per via della sua forma a vascello e sta ad un crocicchio di strada. A quanto pare è questo, il castagno più grande del mondo. E naturalmente più di una regina coi suoi cento cavalieri, da queste parti può la #SantuzzaAgata . A lei è dedicato questo maestoso vascello di legno che esisteva già quando Agata è nata e vissuta. Non so se sapete ch

Carmelina delle premute senza "S"

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# Carmelina l'acquaiuola ci ha salutati. Il banco dell'acqua di via Tribunali resterà vuoto senza di lei, che aveva oltre 80 anni, forse anche 90. Il suo piccolo anfratto di bibite fresche essenziali sta attaccato alla nota pizzeria Esterina Sorbillo e ora è sguarnito della sua guardiana della sete. L'acqua e limone, con zucchero o bicarbonato, a "cosce aperte", o una # premuta di arance fresche: bevande elementari ed essenziali degli scugnizzi laceri che sono scomparsi da tempo. E ormai dei nostalgici, in un mondo di # energydrink . Dal malore del 2017 già scendeva di rado e il piccolo banco aveva cambiato fisionomia, ma pure è impossibile oggi non ricordarla. Così quella botteguccia di poco spazio, col banco in marmo e un piccolo accesso nascosto,una porticciuola minuta, mi ha sempre fatto tenerezza. Al resto del mondo serve una "s" sibilante in più, per dire premuta: ma loro discendono solo dal Latino meno immaginifico del Greco. Ex

Elena Ferrante: Caravaggio e Michelangelo Merisi

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Caravaggio e Michelangelo Merisi: Sette Opere di Tentazione C’è una riflessione nel nuovo libro di Elena Ferrante che mi ha molto colpita: cosa vuol davvero dire quando scrive:  “Se dovessi dare all’atto creativo delle Sette opere di Misericordia il nome di Caravaggio e alla persona anagraficamente determinata quello di Michelangelo Merisi , sceglierei di passare la gran parte del mio tempo col Caravaggio e non con Merisi. Merisi mi appannerebbe gli occhi " ? La frase compare ne L’invenzione occasionale - che è l’insieme degli editoriali scritti per il The Guardian nel 2018  e uscito da un mese in Italia. Siamo tutti convinti di conoscere i capolavori di Caravaggio su cui esistono montagne di libri, congetture, dettagli e lunghe diatribe circa le attribuzioni. Anzi vorremmo saperne sempre di più: Caravaggio è una star a cui dedicare mostre continue, per meravigliare un pubblico curioso delle novità editoriali sulla sua vicenda. Nella moda del momento, il pitto

Cento anni di dolce Remy a Napoli, capitale del gelato

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100 anni di Remy a Napoli Il gelato è certamente un’eccellenza italiana, fatta però di intuizioni geniali in cui Napoli ha un posto d’onore : molti anniversari di questa arte si festeggiano nel 2019. Una delle più antiche gelaterie artigiane della città, inizia la sua storia con la latteria aperta nel 1919 a Porta Capuana dai marchigiani Vincenzo e Anna Corradini . Nel 1954 il figlio Benvenuto Remo, in via Galiani alla Torretta, apre Remy Gelo:   questa storica gelateria è nella memoria collettiva di ogni napoletano vivente. Prossima alla Villa Comunale, grazie alla qualità dei suoi prodotti è sulle riviste di tutta Italia negli anni ’70, e ascende nel decennio successivo alla presidenza del Comitato Nazionale per la difesa e la diffusione del Gelato Artigianale. Nel 2017 è l’unica gelateria partenopea citata dal Gambero Rosso. L a riapertura di Remy , col nome di Remy 1919 è avvenuta in questi giorni a cento anni dalla fondazione, grazie agli eredi Corradini

Notre Dame: tra Corone di Spine, gobbi, e Torquato Tasso.

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Notre Dame, Parigi, la Flèche crolla Il disatro dell'incendio di Notre Dame a Parigi, venne scongurato nei giorni della Comune : dal 18 marzo al 28 maggio 1871, l'insurrezione rischiò di darle fuoco. Nella "Settimana di sangue" (21-28 maggio) due barili di polvere da sparo e inneschi di petrolio, avevano rischiato di far saltare in aria la Cattedrale, e solo per poco si evitò il disastro. La Rivoluzione Francese intanto, l'aveva già spogliata dell'oro, del bronzo e di quasi ogni cosa preziosa che conteva. Quello che finora si legge dalle cronache di questa nefasta giornata del 15 aprile 2019,  è che è bastato un ponteggio, per beffa pertinente ai restauri, per cancellare la cattedrale e il suo giacimento culturale, comunque la si voglia vedere, e soprattutto Patrimonio Mondiale dell'Unesco . Certamente uno dei simboli della capitale francese. Per quanto si voglia minimizzare il danno, è evidentemente impossibile: già Torquato Tasso , visitando Pa

Se Atlante Farnese è donna al Madre

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Tutto esaurito al Madre , Museo Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, per la performance della danzatrice campana Luna Cenere, 32 anni. Ho avuto la fortuna di stupirmi ed emozionarmi con la sua performance al Ravello Festival , nel suo Natural Gravitation dedicato a Isadora Duncan, la mitica danzatrice americana morta tragicamente per una sciarpa impigliata nella spledida Bugatti. A Ravello, mi erano tornate in mente le scene di Vanessa Radgrave che aveva interpretato Isadora nel lontano 1968. Può un corpo portare su di se l'esperienza di un'altra vita? Luna Cenere continua la sua ricerca personale, fatta di domande che pone al suo lavoro di danzantrice, come più volte ha dichiarato: prova sul suo corpo movimenti e coreografie insieme alla sua magica sfera. A vederla al Madre, in Natural Gravitation Coreografie per Bob, ovvero Robert Mapplethorpe ( 1946-1989 ) il fotografo che spezzò la linea tra nudità e pornografia, immortalando corpi nudi maschili e femminili di

Vandalizzato il murale della Tarantina

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Carmelo Cosma in arte La Tarantina, è un mito di 83 anni diventato in questi giorni un murale in via Concezione a Montecalvario, dal titolo T ARANTINA TARAN ultimo femminiello realizzato da Valerio Valiente. Ma qualcuno ha deciso che questa non sia più la cultura napoletana, cancellandone il viso di una storia millenaria. La Candelora è da poco passata: la festa ufficiale dei femminielli di Napoli a Montevergine su cui abbandonano testi, racconti e ricerche, che affondano fino all’VIII secolo d.C. le radici di un genere ulteriore, quello naturale dei fe mminielli napoletani. Cultura unica al mondo ad avere elaborato la convivenza con il travestitismo , tra rituali di figliata e legami con la dea fortuna.  Chi ha compiuto il gesto evidentemente ignora completamente tutto questo, e ritiene che Napoli sia altro, ma cosa? Un ignobile gesto di distruzione con lo spray? Come racconta la sua biografia ( Tarantina e la sua “dolce vita ” di Gabriella Romano, 2013) è nata ad Avet