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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Ossi di cozza 'mbuttunata, ricetta stabiese.

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Mi sono concessa uno spaghetto alle vongole stabiesi, e il proprietario di Miseria e Nobiltà è Salvatore, ma vi serve la figlia mentre cucinano la moglie e la madre.  Classe 1951, a quindici anni Salvatore lavorava già nei gloriosi cantieri navali di Castellammare di Stabia; quei regi arsenali del 1783 che Giovanni Edoardo Acton pensò per re Ferdinando IV. "Esso fu qui stabilito da Re Ferdinando IV, fin da' primi anni del suo regno, occupandovi un vasto spazio di terreno, nonché l'abolito monasterio de' Padri Carmelitani. Di buone fabbriche il sussidiò quel principe e di utensili e macchine necessarie quali a quei tempi poteansi desiderare. Oggidì è il primo arsenale del regno, e tale che fa invidia a quelli di parecchie regioni d'Europa. Sonovi in esso vari magazzini di deposito, e conserve d'acqua per mettere a mollo il legname, e sale per i lavori, e ferriere, e macchine ed argani, secondo che dagli ultimi progressi della scienza sono addimanta

Salvator Rosa: cose migliori del silenzio.

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Salvator Rosa incarnò il suo complesso secolo, il ‘600  di uomini e ombre. Del resto uomo ed ombra fu Caravaggio che era passato a Napoli nel 1606 e poi nel 1610, dando propulsione a pittori decisivi come il Caracciolo e il Ribera. Lo Spagnoletto certamente Rosa ebbe modo di conoscerlo bene, mentre pare si scontrasse col Corenzio che dominava a modo suo la scena delle committenze partenopee. Iniziò la pittura dalle scene di paesaggio napoletano, dopo aver studiato dagli Scolopi e aver anche avuto una crisi religiosa: nel 1630 era entrato in noviziato con il nome di Salvator di San Pietro, e dopo la rinuncia ai voti, decise un primo passaggio a Roma con relativa polemica col Bernini, per ritrovarsi a Firenze con un committente e una corte disposta ad ospitarlo. Nel frattempo, ebbe a Napoli come cognato e amico Francesco Fracanzano, che sposò sua sorella Rosa nel 1632 (una Rosa è una Rosa...), ed anche Aniello Falcone, il cosiddetto pittore delle battaglie da cui mutò il genere. C