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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

L'installazione contemporanea di Alfonso d'Aragona, testamenti disattesi

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Arche Aragonesi, S.Domenico Maggiore La storia dell’arte è fatta spesso di testamenti disattesi e volontà inevase. Una delle installazioni contemporanee più innovative del Rinascimento di Napoli, fu purtroppo sottovalutata: il cuore di Re Alfonso il Magnanimo, come un novello Virgilio pubblico, doveva ciondolare al centro dell’arco di Castel Nuovo in uno scrigno d’argento, ricordando la gloria della casata. E come in una simpatica allegoria, rammenta quell'altra collezione che giace sottovalutata alla Reggia di Caserta, #TerraeMotus di Lucio Amelio... All’alba del 28 giugno 1458, re Ferrante cavalcava sulle strade di Napoli in direzione delle allora “circoscrizioni comunali” dei Seggi, per annunciare la sua ascesa al trono. Nella notte era morto il padre, re Alfonso il Magnanimo: per lui, figlio illegittimo della napoletana Gueraldona Carlino, era arrivato finalmente il tempo . La città in quei giorni di giugno era in ginocchio: la peste non dava tregua, e i morti s

Riapre la Cappella Pignatelli : quelli che rubò Gisolfo a Costantinopoli

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La rinascimentale cappella di Caterina Pignatelli Ogni volta che recuperiamo un monumento di Napoli, bisognerebbe festeggiare : la Cappella Pignatelli nella centralissima piazzetta del Corpo di Napoli, grazie all’opera dell’Università Suor Orsola Benincasa, e lunghissimi anni di restauro è stata riaperta. Per il momento sarà possibile visitarla durante i concerti che vi si terranno in programma, e si spera che venga riaperta più spesso per ammirare le meraviglie che contiene. Chiusa negli anni ’50 dopo la morte di Donna Pignatelli, e diventata anche deposito di sedie, il figlio Fabio l’ha vista chiudere con un barbacane per evitare il peggio, e abbiamo dovuto attendere un post terremoto che come sappiamo tutti conta ormai 38 anni. Pignatelli ovunque, nelle grottesche di de Siloe, 1514 Tempi, comunque la si voglia vedere, troppo lunghi per non aver subito i soliti furti ( la pala d’altare e parti di marmo) e razzie che per poco non hanno compromesso i due princip

La Gioconda Pop e il BlackRap: se al Louvre canta Beyonce

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Ratto delle Sabine, David C'è chi grida allo scandalo e chi come me se la ride .    Jay - Z e   Beyoncè, e  la figlia Blue Ivy di 6 anni, al Louvre c'erano già stati in esclusiva nel 2014: una gitarella fuoriporta di famiglia con tanto di paparazzi. Niente di nuovo sotto il sole, quante volte i musei sono aperti alle visite esclusive di questo o quel personaggio? Così succede che alla data di pubblicazione del 16 giugno del singolo Apeshit ("dare di matto", per tradurla non volgarmente)c'è ancora chi grida allo scandalo. Intanto loro al Louvre prima di questo singolo ci sono andati ben 4 volte, come dichiara il museo negli ultimi dieci anni. Può #santocielo girarsi un video nel tempio sacro dell'arte (8 milioni di visitatori)e 18mila euro per una serata esclusiva da soli -se mai la volete passare pure voi trai quadri?  Lo scalone della Nike di Samotracia Ritratto di Nera di Beinost, 1800 Avranno certamente pagato qualcosina in più, visto

Bentornata a casa! Furto e ritrovamento della Madonna con Bambino di Santa Marta

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Ancora una operazione di indagine paziente e perizia, ancora una importante restituzione che i Carabinieri mettono a segno e regalano alla città . La rinascimentale Madonna con Bambino di Santa Marta degli inizia del 1500, è tornata a casa, nella sua/nostra Santa Marta. Ieri, nella piccola chiesa che la regina di Napoli Margherita di Durazzo (1347-1412) volle per le fanciulle povere, mentre era regina reggente per  il figlio Ladislao , aveva voluto questo piccolo scrigno vicino alla maestosa Santa Chiara. E da questa chiesa il 4 luglio 1997 era stata rubata la nostra piccola Madonna, gioiello rinascimentale recuperata dall'operazione dell'Arma denominata "Star Up" nel 2017 . Oltre 100 capolavori proveniente da diversi parti d'Italia, erano stati recuperati allora, intrecciando una fittissima rete di informazioni e relazioni, e riuscendo a riportare a casa reperti preziosi e unici sottratti a tutti noi.   Il Tenente Colonnello Valerio Marra e il Capitano Gia

Il capolavoro ritrovato del Santacroce: solstizio fortunato

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Il S.Giovanni del Santacroce, inizi 1500 Nei giorni della festa del santo, è tornato a Napoli dopo 41 lunghi anni, il rinascimentale San Giovanni Battista di Girolamo Santacroce, meraviglia scultorea ricollocata ieri nella chiesa di San Giovanni a Carbonara dopo un rocambolesco furto e un recupero altrettanto avventuroso. Della pregevole scultura in marmo di San Giovanni Battista degli inizi del 1500, avevamo solo una vecchia foto e la denuncia del furto perpetrato da ignoti nel lontano 1977 nella splendida Cappella Caracciolo da Vico: persino le misure reali ci erano sconosciute e hanno creato non poche difficoltà per il suo riconoscimento. L’opera era stata sottratta dalla nicchia dell’altare in cui faceva il paio accanto all’altrettanto pregevole San Sebastiano del Santacroce, incorniciando il superbo rilievo con l’ Adorazione dei Magi di Bartolomeo Ordognez. Ieri, il T enente Colonnello Nicola Candido del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Cultural e, h a raccon

Hotel Palumbo: l'asta disincatata

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Una vendita senza incanto, nel senso letterale del termine, è disincantata. La sorte dell’Hotel Palumbo è questa: dall’incanto al disincanto per una attività storica che non riesce a trovare pace. L’Hotel Palumbo fu fondato a Ravello nel 1875 da Pasquale Palumbo e dalla moglie svizzera Elisabeth von Warburg, e ospitò Richard Wagner. L’attuale Hotel Palumbo nel Palazzo Confalone, è un vero gioiello e   Jessy, la figlia dei Palumbo e poi Marco il figlio, proseguirono l’attività di famiglia. A partire dal vino che Pasquale produceva sui terreni di proprietà, e su consiglio della moglie svizzera, iniziò la grande avventura dell’ospitalità a Ravello: all’Hotel Palumbo furono accolti Tennesse Williams, Truman Capote, Gore Vidal , Paul Valery, Malaparte e Rea solo per citare “qualche scrittore”, senza contare reali e nobili e ovviamente musicisti e direttori d’orchestra ( Bernstein, Accardo, Metha, Rod Stewart, Vanoni, Yoko Ono ).   Le aste sono andate deserte nei precedenti 201

E Coppi volò al Vomero, 1 giugno 1947, e scrisse allora una toccante lettera

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La Tappa del 30esimo Giro d'Italia il primo giugno del 1947 aveva conclusione a Napoli, al Vomero. Era stata incerta fino alla fine da Cassino in poi, e non si sapeva chi avrebbe vinto. E come sempre nella loro leggenda, Fausto e Gino si dettero battaglia e anche tutta Napoli  sulla salita della collina napoletana era divisa tra il loro tifo . Ma allora Coppi diede la sua pedalata decisiva, e pedala pedala come dice la bella canzone di Gino Paoli  (  https://www.youtube.com/watch?v=Nnr2TZ2JKvs  )  vinse senza appello. La polvere si alzava, e quel giorno,  e Napoli festeggiò il suo campione. Ma Fausto era malinconico: il fratello si era fratturata una gamba nella tappa di Perugia  del giorno prima ed era ricoverato a Cortona, e così gli scrisse una splendida lettera malinconica da  Napoli : "  Ho vinto in una difficile volata contro un Bartali (...) Le cose di sempre insomma, le cose di ogni vittoria, ma che ogni volta acquistano un sapore nuovo ed intenso, l a gio