Montedidio (Feltrinelli 2003 euro 5.40 , 142 pp)

E' un racconto, è una fiaba, è una lunga poesia. Sul quartiere più antico di Napoli, Montedidio, un adolescente scrive la sua storia su un rotolo di carta, un regalo del tipografo di quartiere un pò "rattuso".Ci si innamora di Napoli e delle persone che sopravvivono senza scarpe e soprattutto di Don Rafaniello con la gobba che racchiude le ali, e ripara gratis le scarpe a tutti; volerà un giorno e tornerà alla sua terra perchè : "Chi salirà nel monte di Dio? Chi ha le mani innocenti e il cuore puro." Chi si avvicina a Napoli, non può tralasciare questo splendido affresco, diventato uno spettacolo teatrale, che parla di vicoli e "d'ammore", di violenza e povertà, ma anche dell'infinita bellezza del dono.Il regalo di un "bumeràn" che non volerà mai, ma che per il protagonista è tutto il sogno dell'infanzia e della prima giovinezza. E in poche pagine, il libro restituisce a Napoli, il ritratto più umano e crudo, più feroce e toccante che le sia toccato negli ultimi anni.E gli spiriti che popolano l'aria, diventano gli amici di una carezza veloce.Fiaba e romanzo, perfetta sceneggiatura leggera: se la nottata deve passare, "A jurnata è 'nu muorzo". Semplicemente da non perdere.

Commenti

  1. Il tuo post è interessante. L'ho letto per più di 1 volte. In attesa di vostri articoli sempre meglio.

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