Fare Focus sulla città d’arte napoletana

F.Solimena, Trionfo della Fede(inizi'700)
Questa città multiforme, possiede decine e decine di monumenti sconosciuti e altri per cui si toccano cifre da record di visitatori. Ora, nessun organismo può vivere ingolfando un organo, e così accade -anche se nessuno se ne occupa- che  un monumento facilmente si possa congestionare e presto, prima o poi, rientri nel dimenticatoio. Ma questo fa parte anche delle mode: cambia col variare delle umane esigenze di rappresentazione.
Ma quello che manca a Napoli è una seria politica del bene culturale: musei, chiese, luoghi, piazze, Municipalità, cappelle...si muovono ognuna per proprio conto, con orari, mezzi, situazioni differenti. Anche le nuove metropolitane, d’arte si, ma senza un coordinamento col resto delle cose, appartengono a questa industria culturale che potrebbe farci stare molto meglio.
Se qualcosa è stato tentato con l’Artecard, ammesso che se ne possa trarre un bilancio propositivo, oggi si assiste dovunque al tentato rilancio di ogni singola struttura, che per non soccombere, si inventa una iniziativa per proprio conto.
Aumentano le visite guidate, quelle teatralizzate, le aperture straordinarie statali o meno, le serali, le notti bianche, ma quello che non si riesce a capire è un bilancio sereno delle attività.
Persino il Maggio dei Monumenti ormai è troppo vetusto per garantire qualcosa: nè è pensabile che una seria politica culturale possa svolgersi solo un mese l’anno, o al massimo due, sotto il periodo natalizio.
Ma nessuno pare accorgersi della cosa: manca un censimento serio delle Associazioni culturali, una loro sinergia, una valorizzazione delle figure professionali, di cui la sola “guida turistica” o “l’accompagnatore” pare essere riconosciuta, quando da decenni quel mestiere è andato in cantina in altre parti del mondo a favore di una politica del turismo multiforme e multicongeniata ad accogliere le più svariate esigenze turistiche attraverso figure multidisciplinari e più allargate.
Ma la logica conservativa di certe concorsualità perennemente arretrate rispetto all’esigenza del mercato ancora la fa da padrone, convivendo in alcuni monumenti napoletani, con il ricollocamento degli LSU, che non solo sono fanno custodia, ma spesso con logiche complicatissime, guidano i turisti presso i monumenti. O come accade in un notissimo monumento partenopeo, che la Curia getti un’occhiata silenziosa sugli arrotondamenti chiesti dai custodi a gruppi di persone e singoli.
Tutto ci starebbe in una città come Napoli, e tutto esiste: questa in fondo è la sua più grande risorsa.Ma per trasformare un potenziale in realtà, occorre una pianificazione, un progetto, un rilancio.
Alla mancanza di interessanti mostre di respiro ampio che possano raccogliere un pubblico di stimatori e smuovere nuove conoscenze -e fondi-  su questo o quell’altro autore, la città della Sirena sonnecchia sul suo invidiabile patrimonio.
Basterebbe poco, basterebbe una vera politica culturale conciliativa, con corsi di formazione comunale o anche di qualche buona società ed università o entrambi -i finanziamenti da chiedere alla Comunità Europea ci sono- basterebbe molto poco, ma quel poco ancora non c’è.
E intanto la nostra "industria" culturale è ferma alle singole iniziative, che seppur meritoriamente, non riescono a sopperire alle mancanze di organizzazione generale e direzione - che ormai non può più venire dagli esausti ruoli della Soprintendenza.
Fare dell’immagine culturale, il motore di una città che non ha altre risorse come Napoli, è ristabilire il giusto obiettivo: fare focus sull’arte, vuol dire garantire i sevizi, la lungimiranza, la tutela e la possibilità di sopravvivere alla crisi imperante.
Tutti gli organismi coinvolti, statali o meno, che galleggiano sul piano della chiusura, del ridimensionamento personale, dell’attesa di fondi per restauri, etc, potrebbero vedersi giustamente riconosciuti, e invece siamo al punto zero. Siamo al punto zero dell’immaginazione del futuro e della speranza, ragion per cui manca anche il coraggio di fare talune proposte: magari, potrebbero funzionare.

Commenti

Post popolari in questo blog

I capolavori di Caravaggio per una passeggiata romana

Il mercato ittico di Luigi Cosenza capolavoro dell’arte è in vendita

Cento anni di dolce Remy a Napoli, capitale del gelato