Gennaro: il prodigio senza miracolo (breve storia di un fraintendimento)

Aspettando il miracolo, succorpo del duomo di Napli, 1500
Storicamente parlando,  la prima documentazione del prodigio di Gennaro è registrata il 17 agosto 1389, allorchè assistendo alla prima delle liquefazioni, Carlo II d’Angiò fa realizzare il prezioso busto e il reliquiario oggi nel Tesoro. Ma un miracolo non è un prodigio: c’è differenza.
Il miracolo è un fatto straordinario che avviene aldisopra delle leggi della natura direttamente per opera divina, e dunque per diretta intercessione accadono fatti aldilà dell’umana ragione, in cui si ravvisa senza problemi la mano di dio: non così il prodigio.
Esso resta all’interno delle forze naturali, anche se l’uomo non riesce a spiegarsele: accade aldilà delle ragioni scientifiche o filosofiche, ma non rientra nel diretto intervento divino.
Dio non ci mette mano, non agita le acque ematiche della partenopea ragione.
Brevemente la storia delle analisi del liquido delle ampolle è contenuta in molti siti: il 25 settembre 1902 una prima analisi spettroscopica sull’ampolla fu fatta dai professori Sperindeo e Januario e rivela lo spettro dell’ossiemoglobina, praticamente il fantasma del sangue. Ulteriori analisi del dott. Baima Bollone, ordinario di Medicina legale nell’Università di Torino, parlano di metaemoglobina: qualcosa che sta tra il sangue  e non... ma più si che no. Il 10 ottobre 1991 sulla rivista Nature, il Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) afferma che si trarebbe di tissotropia (quindi di un fluido capace di solidificarsi se scosso, tipo ketchup) ; nel 1999 il professor Giuseppe Giraci sconfessa il Cicap sostenendo che è sangue e quindi il Cicap riprende le sue ricerche, ideando un liquido per avvalorare le proprie tesi, che però non riesce a durare nel tempo. Nel 2006 entra in gioco l’antropologo Massimo Centini che rispolvera la parola miracolo. Nel febbraio 2010, il Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal professor Giuseppe Geraci, riparla di sangue; il matematico Giulio Trombetti, accademico di prestigio internazionale, Presidente dell’Accademia di Scienze Matematiche e Fisiche, è d’accordo sulla tesi del sangue, anche se non è spiegabile scientificamente come avviene la liquefazione e la ri-solidificazione.
Insomma, questi 60 millilitri di liquido, infiammano la scienza e la fede da sempre: a febbraio del 2010, dopo un convegno sul tema, la storia al momento sembra finire qua.
Non sappiamo ancora con certezza se sia o no sangue, anche se gli studi sembrano propendere per questa ipotesi....ma le ampolle per ora, non posso più essere aperte.
Secondo quesito: ignoriamo completamente le ragioni per cui il presunto sangue si liquefa e poi solidifica di nuovo.
Dunque, insieme ad altri prodigi napoletani, la Chiesa ha da sempre manifestato scetticismo nei confronti dell’evento, non potendo assicurare l’intervento diretto divino (poichè il miracolo è concesso direttamente da Dio al Santo) e quindi è rimasta ancora alla parola prodigio.
In questo stato di dubbia intercessione diretta, Procolo Gennaro dopo il Concilio Vaticano II venne declassato: di qui la ragione di quel San Gennà Futtetenne.
Resta ancora molto da scoprire sulle eventuali leggi fisiche che governano lo scioglimento e la ricoagulazione del presunto sangue: fino ad allora, senza prove della mano di Dio, dovremmo parlare di prodigio di San Gennaro e non di miracolo.
Ma più di ogni cosa, resta il dubbio dei numerosi santi che squagliano il sangue a Napoli, terra di prodigi del sangue, che annunciano miracoli che non arrivano mai.

Commenti

  1. Semplicemente un fenomeno d'antica tixotropia.

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  2. Forse si tratta di prodigi e non di miracoli, proprio per significare che potremmo iniziare a farli noi stessi, con le nostre scelte, invece di pretenderli dal Santo. Gennaro si è fatto decapitare per rimanere coerente. Ha dato l'esempio, forse ora fa questa cosa fuori dall'ordinario per farci capire che una fede tenace ha un potere particolare. Tanti napoletani stanno semplicemente a guardare e a giudicare (sarà vero, sarà falso) da 615 anni, ma non capiscono. Potrebbero anche cominciare a fare qualcosa da sé. Senza bisogna 'e se fa' taglia' 'a capa, se ciascuno in questa città si desse un po' da fare, ci sarebbero prodigi a cascata....A.C.

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