Quando partire non è una fuga, ma una ricerca



Cappella Chigi, Sebastano del Piombo (Bernini e Raffaello e,...)
Non sono le persone a fare i viaggi, ma col tempo, i viaggi fanno la persona. 
Il modo di viaggiare soprattutto, dice molto di chiunque: partire, prendendo punti di riferimento di ciò che si vuole visitare e alloggiare dove capita più convenientemente. I nuovi mezzi ce lo permettono: possiamo acquistare una stanza fino all'ultimo minuto, ovunque. E poi lasciarci andare all'imprevisto, all'ignoto (anche interiore). L'inquietudine del quotidiano, della false certezze ormai crollate di lavori fissi e stabili, l'idea di produzione stessa del lavoro, e il poco tempo che riserviamo al nostro intimo rapporto col mondo, sono un fattore incessante di sofferenza. Viaggiare, con la Sindrome di Wanderlust che è un impulso irrefrenabile al movimento, al fluire della vita: ma non è fuga, è lo spirito e il desiderio di conoscere le forme vitali.
Il viaggio di formazione del GrandTour italiano, le scoperte delle viaggiatrici degli anni Trenta hanno influenzato sempre il mio modo di sentire. L'Italia è un Paese delle Meraviglie, dove non c'è angolo che il bello non abbia toccato, anche se negli ultimi 100 anni abbiamo fatto attentati al paesaggio che a chi conosce la storia, lasciano l'amaro in bocca di una nefasta generazione di avidità.
Tessendo la trama delle famiglie rinascimentali d'Italia (Colonna, Orsini, Farnese, Della Rovere, Carafa, Sforza, d'Este, Medici...) l'arazzo che ne esce è di una complessità vastissima e intricata, e dopotutto da qualcosa dobbiamo pur ripartire in questa crisi eterna che è principalmente umana, più che produttiva.  Insomma, l'era industriale è finita e con essa la catena produttiva, un ciclo si è chiuso, e stentiamo a sentire cosa c'è nel futuro.Ma più sotto, c'è il mondo delle idee che plasma la realtà: ci sono i nostri pensieri che diventano il reale.
E a volte il futuro è un atto visionario, soprattutto per le generazioni future: viaggiare questo paese delle meraviglie, porta a generare speranze, punti di ri-partenza, riconessioni tra la persone e il loro ambiente. Dobbiamo tutti restituirci la possibilità di azione sul nostro futuro: la conoscenza di quello che ci sta intorno, e qui, a Napoli, la riappropriazione della nostra identità è essenziale. E poi, emergere di consapevolezza e allargare gli orizzonti: gli unici antidoti al sentirci attaccati da nuove regole sociali o "invasioni"di profughi. Il mondo ha sempre girato sul suo asse, è nella sua natura: viaggiamo nel cosmo a velocità pazzesca, lanciati da un elastico sistema, e pretendiamo di non capire che l' astronavicella è di tutti. L'essere umano ha nelle sue risorse la capacità di creare: può inventarsi la vita come meglio crede, e deve darsi una vita. Si deve ri-generare mentre vive, come lo fanno continuamente le sue cellule. Tutto di noi decade e rinasce, inesorabilmente. Ma ci rifiutiamo anche solo di pensarlo.
Nella Cappella Chigi, a Roma, Sebastiano del Piombo  (il cui primo figlio era stato battezzato da Michelangelo) negli anni Trenta del 1500, in quella Natività della Vergine a composizione piramidale, mi sono rigenerata. Come tutta la cappella del munifico banchiere del Papa Agostino Chigi,  mostra un mondo da viaggiare, è una astronavicella perfetta: Bernini, Raffaello, Salviati...i legami, le meraviglie, le discordie, le invidie e le grandiosità.
Il desiderio incessante di viaggiare, Wanderlust, è prima di tutto una necessità vitale di rigenerazione intima. Io viaggio sola, spesso. Anche per il piacere di smarrirmi: io viaggio, dunque, cerco quel che sono.

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