Zena, la sua arpa e il karma della Sirena: una storia tremendamente bella di Napoli


Questa è una storia tremendamente bella di #Napoli.

Zena Rotundi, suonava la sua arpa per le strade di Napoli, da anni, tenacemente. 
Artista di strada si dice. 
Gliela rubano due sabati fa: un furto preciso, non comune, ne converrete. Immediatamente lo sconforto ci prende tutti, ma in particolare Ferdinando Kaiser, l'amico fotografo dal grande cuore, e di tanti angoli partenopei, lancia la notizia. La rabbia è giustamente la prima reazione.
Zena come tanti artisti, l'abbiamo incontrata tutti tra piazza del Gesù e l'unghia angioina sospesa del portale di Santa Chiara, e ci siamo lasciati rapire dalla sua musica. Abbiamo sognato e abbiamo carpito un pò della sana bellezza, e chi ne ha capito il vero valore, ha donato qualche moneta. 
L'arpa è uno strumento tremendamente difficile, ma così evocativo per ciascuno : l'arpa è il più prossimo degli strumenti alla completezza della musica e all'idea della lira delle Sirene. L'arpa deve stare nelle strade di Napoli. E infatti ci stava, fino a due sabati fa.

Ma Zena era rimasta senza la sua arpa, perchè qualcuno di poca poesia gliela aveva rubata e nonostante l'appello -che qualche volta funziona al richiamo della coscienza e spesso no- i ladri se ne sono infischiati. 
L'arpa è uno strumento di lavoro, sacrificio e dedizione: duro, di una corda che lega il suono tra il polpastrello e l'unghia, ma c'è chi se ne è  impipato di privare Napoli e i Napoletani della loro legittima poesia.

E siccome senza poesia nella città della mitopoiesi continua non si può stare ...mitopoiesi  è quell'atto generativo di poesia e mito, quel fare di storie, come questa, che restano mistiche, mitiche, esemplari ed esemplificative dell'anima e dell'esistenza di un posto.
Scatta la solidarietà: un appello di Giuseppe Mandorino a Kaiser, fino alla raccolta fondi in un salvadanaio messo al bar Settebello di Pino de Stasio, prossimo ai luoghi dove Zena si esibisce, e che è stato il motore dell'iniziativa e il quartier generale dell'impresa, e vengono quasi immediatamente raccolti 1300 euro, altri  600 sono raccolti nella "Giornata della Musica" appositamente organizzata, e poi accade il piccolo miracolo.

Il titolare di Arpitalia  #EnricoTartarotti da Como - si, da Como- contattato per l'acquisto di un nuovo strumento, si appassiona anche lui, si coinvolge poeticamente e fa uno sconto, e abbona anche le spese di spedizione. 

Il resto è la consegna di ieri al bar Settebello con una piccola festa privata, i protagonisti ad attendere l'arpa compresa e l'arrivo dell'amato strumento. 
Una piccola esibizione e anche il sindaco arriva.
Questa è una storia che finisce bene, documentata dalle foto di Ferdinando Kaiser, e che deve essere raccontata:  da ieri Zena ha la sua arpa, che tutti sentiremo di nuovo a#Spaccanapoli

A quelli che hanno rubato l'arpa, io dico solo quello che si diceva negli anatemi antichi: il danno materiale è poca cosa rispetto all'offesa agli dei. Col vostro furto avete toccato l'animo della Sirena, il nostro Nume. Non pensiate di cavarvela senza conseguenze, che non saranno certamente legali, poiché la giustizia umana forse non vi prenderà mai. Sappiate solo, che restano incise nell'aria e, a Napoli ne sappiamo molto, di quelle bestemmie fatte alla poesia. Non le dimentichiamo.
Tremendamente bella è la sirena, e la gamma variabile dei sentimenti umani e animali che la animano, e sarete perseguitati dall'offesa arrecata a tutti noi. Forse già siete condannati a non fare parte di noi Napoletani, della poesia e di questa città che ama se stessa e conserva gelosamente le sue preziose entità umane, come Zena e come tutti i protagonisti di questa storia.
Eppure, senza il vostro egoismo e la vostra pochezza, questo racconto non si sarebbe potuto narrare. Saggiamente Zena stessa ha commentato :il karma fa dei giri strani per arrivare a fare del bene" . 
Da oggi abbiamo la certezza di non aver perso nè la poesia, la solidarietà e nemmeno la nostra eterna mitopoiesi. Siamo i cittadini della Sirena un giorno in più, più compatti e orgogliosi. Più Napoletani.
E chi vuol esser lieto sia.


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