Se le Anime Pezzentelle ci potessero vedere far un regalo alla città...

Nel presentare al Pan (Palazzo delle Arti, Napoli)  il libro "Rione Sanità: storie di ordinario coraggio e straordinaria umanità" ( di V.Moretti e C.Massa, Ediesse 2011) ci abbiamo messo il cuore, e anche di più...
Prove tecniche al Pan coi Mundu rua

Le "diavolerie acustiche" dei Mundu Rua (  Dario Perrone, Mario Di Bonito, Giandonemico Caniello ), la danza della maestra Ornella Iuorio dentro la cupola di gommapiuma che simboleggiava Santa Maria alla Sanità, il sopra del quartiere più sotto e più femmina che Napoli possieda....insomma, ci abbiamo messo tutto.
Santa Maria alla Sanità
Nella formula ormai consolidata della mia missione culturale, ovvero  presentare le risorse endogene della città di Partenope, Francesca Di Martino ci ha tutti stupiti con la sua trovata geniale: rovesciare la cupola della Sanità, sotto cui tutto accade e nelle cui viscere si nascondono i più antichi cimiteri di Napoli. Sanità femmina, concetto ribadito nel libro che ne esalta il potenziale umano e drammatico, come la musica dei Mundu Rua, che a suon di flauti, bouzuki e altre invenzioni percussive e sonore, ha alimentato il nostro percorso uditivo dentro il ventre di questo luogo in cui operano grandi associazioni di volontari ( come Altra Napoli Onlus, La Casa nel Campanile, La Tenda ecc.).
Ci abbiamo messo l'anima per parlare del ponte della Maddalena, ponte che unisce e divide, ponte della discordia difeso da Lenuccia Cerasuolo contro i nazisti in ritirata, ponte della medaglia al valor civile di una donna. 
E la gente ci ha dato ascolto: la sala piena, molti i giornalisti, la web tv del Comune di Napoli che ci ha fornito il patrocinio, molti i fotografi e la gente comune, venuta ad ascoltare non le storie degli dei o degli Ulisse, come ha raccontato bene Vincenzo Moretti, ma quelle delle persone comuni che ogni mattina si svegliano per fare bene il proprio lavoro. 
Dario Perroni solleva la Cupola/Ventre

Così simbolicamente, abbiamo sollevato la cupola di Santa Maria, mostrato l'anima profonda delle Fontanelle, di San Gaudioso e San Gennaro, visualizzato ciò che non si vede ed è il fantasma della città Sirena, sempre mezza e sempre unitaria anche nelle divisioni. Mentre Francesca Di Martino dipingeva le gambe di Ornella Iuorio, perfetta ballerina carillion della Cupola, abbiamo rovesciato ciò che si vede in ciò che si presume di sapere, di avere visto, di dimenticare.  
Guidati dal flauto di Dario, il nostro Gran Maestro delle Anime Pezzentelle, abbiamo ballato, gioito, esultato e siamo inorriditi insieme al racconto dei dati dell'abbandono scolastico, delle percentuali di adolescenti segnalati alle autorità o sotto tutela. Una Napoli terribile e vera, sanguigna, vitale, drammatica e incredibile.
Ci siamo commossi al ricordo di Questi fantasmi di Eduardo, o Sabato, domenica e lunedì...tutti girati alla Sanità, come della Sanità è il Principe della Risata, Totò, che da Santa Maria Antesaecula, è arrivato nel cuore degli Italiani e non solo.
Dario Maestro pifferaio delle Anime Pezzentelle
Insomma, i nostri racconti della lotta della luce contro le tenebre, partivano da una prospettiva inversa per così dire: dal sotto dell'identità, dal fondo dell'umanità e della memoria, la gente deve lottare per la bellezza e la trasformazione delle energie; la grande sfida che ci aspetta in questi tempi di nera crisi. 
Un ultimo appunto sui concetti della serata: Cervantes aveva una storia che si svolgeva sotto una gonna (Teatrino delle Meraviglie, 1615), Francesca aveva una intuizione e un desiderio. Poi è arrivato il libro, che narra dell'ordinario coraggio che scaturisce dalla straordinaria umanità di chi si preoccupa del prossimo e del futuro. Poi è arrivata la musica, a comporre le melodie e la drammatizzazione, poi ancora è venuta Ornella, con la sua gioia per la danza che ci fa sentire tutti più leggeri e solleva persino la cupola della Sanità, maiolicata e riconoscibile, perfetta nell'esecuzione di Francesca. 
Poi son venute le Anime Pezzentelle, dal ventre e dalle gambe di Ornella direttamente dal regno dell'Ade dei morti comuni, poi la gente commossa dall'incalzare dei suoni.
E la convinzione che ripartire dal ruolo della donna, non solo alla Sanità, sia davvero fondamentale per tutti quanti.
Le Anime Pezzentelle

Infine, io dico solo che è venuta la grande arte del possibile al Pan, il cui nome oltre che un acronimo, richiama il tutto greco, PanSanità: tutto quanto abbiamo potuto e saputo dire sul quartiere più femmina, più Napoli e più coraggioso e tragico. 
Rossa come il sangue e l'eruzione che prima o poi ci travolgerà, morti e vivi, è arrivata l'energia: e noi l'abbiamo evocata e invocata.
La danza della Cupola








Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo sogno allucinatorio del sotto della Sanità e di Napoli intera, questo ribaltamento, anzi arrevutamento di prospettiva. Grazie ai miei amici che hanno creduto e offerto quanto potevano, totalmente gratuitamente, per fare gli auguri per questo nuovo anno che incalza, a Napoli intera, da una sua parte tutta speciale. 

Per i video:
http://multimediale.comune.napoli.it/index.php?n=2121

(foto di Rita Chiliberti, Dimitris Voulgaropoulos, Cristina Passalacqua; video di Bruno Aymone )


Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

I capolavori di Caravaggio per una passeggiata romana

Il mercato ittico di Luigi Cosenza capolavoro dell’arte è in vendita

Cento anni di dolce Remy a Napoli, capitale del gelato