Neapolis, libreria in utero ( in utero, Neapolis! )

Annamaria Cirillo, libraia di Napoli
Quella del libro è  arte di fine artigianato del sapere. 
Così passo-e-spasso sempre volentieri dall'ormai amica Annamaria Cirillo e nella sua libreria "Neapolis" in San Gregorio Armeno. 
Vuoi perchè col tempo parliamo di mezza Napoli -'che Napoli in fondo è un paese allargato sulle colline-  e vuoi perchè avere un'amica che ti tiene aggiornata su tutti i libri che si pubblicano a Napoli e nel Meridione è davvero una cosa speciale che solo a Napoli può accadere (e ha il suo bel vantaggio!). 
Neapolis è una piccola bottega artigiana in fondo, tra mille altre botteghe, nella via più rappresentativa della nostra città. 
Trai presepi, Neapolis è i libri e i cd della musica di Napoli. 
La sua dimensione è realmente piccola, ma qualunque cosa chiediate, Annamaria ce l'ha o ve la spedisce a casa, o la trova in biblioteca o nei fondi, o tra gli amici, o dai professori e dai collezionisti...oppure quella cosa che cercate sta già nella mitica appendice di bottega, che per ragioni di segreto professionale non vi svelo.  E c'è pure il San Gennaro del Solimena sulla parete di fondo, che mi ricorda con la carta da parati tanto salotto-buono.
Neapolis è una libreria in-utero, un piccolo corridoio gestante dove i libri non stanno semplicemente, ma aspettano una fecondazione, assistita da Annamaria. Che poi fa pure l'ostretica di molti libri (pure quello che si pubblicherà sa già, come in un reparto d'ostetricia che si rispetti si programmano i parti).  Non vi potete perdere poi gli habituee de la meson  -in cui mi annovero-  e poi ce lo spasso davanti all'entrata: un divertimento vedere l'umanità certa di Napoli e quella incerta dei turisti. 
In utero Neapolis ha davvero tutto quanto possiamo desiderare da una libreria, e con Annamaria scambiare quattro chiacchiere sulle brossure, sulle edizioni, sulla rarità delle cose non è mai un problema. Da quando la conosco che sistema libri, fa pacchi, telefona; e il suo è un mestiere di famiglia: di quel concetto di non dispersione dell'artigianato che fa grande la nostra arte. 
Giornata Mondiale del Libro, 23 aprile 2013
L'unica meritocrazia che concedo all'idea di famiglia italiana, quella non degenerata nel familismo amorale, ma quella del passaggio sano del testimone generazionale.
E dunque per la giornata mondiale del libro, 23 aprile scorso, non potevo non festeggiare da lei e con lei (e noi habitue) per poi correre a perdifiato come al solito, verso librerie meno decrescenti a presentare un libro a cui tengo molto, "Lazzariata" di Antonio Addati, ovvero il '799 presentato dal cortile di un palazzo nobiliare e dai suoi abitanti all'epoca dei fatti. 
Mi è sembrato l'unico modo sincero, via di mezzo ideale, per celebrale l'arte del libro in tutte le sue forme contemporanee. 
Avendo questa passione, della carta con le righe d' inchiostro fatte di lettere possibilmente ispirate, non posso che ribadire che l'artigianato del sapere è una grande ricchezza per una città-paese: è la sua forma umana di decrescita felice, prima della idea stessa di decrescita felice globale. 
E' la sua forma natuale di sviluppo e resistenza; è quella formula che permette a Napoli di rimanere unica, originale: autentica, e non verace come piace dire ai suoi abitanti poco avvezzi al problema dell'identità ponderata nei confronti del mondo. 
Per questa ragione, neapolis in utero è la mia libreria umana, e Annamaria un'amica, oltre ogni ragionevole intento commerciale.

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