Antonello da Messina a Napoli a Palazzo Zevallos: a volte ritornano.

Ritratto Trivulzio presto a Napoli , 1476
La notizia è di quelle da far tremare  polsi degli amanti dell'arte: esposto a Napoli il ritratto d'uomo di Antonello da Messina, o ritratto Trivulzio, dal 5 dicembre a Palazzo Zevallos.
La scarna rassegna stampa, parla oggi 23-nov. della mostra del celebre dipinto di Antonello da Messina, attraverso la collaborazione tra il museo torinese e quello napoletano.

Fino al 1925 poco si sapeva di Antonello da Messina, se non quello che scriveva Giorgio Vasari: senza il passaggio a Napoli (a dire il vero un passaggio piuttosto complicato circa i segreti della pittura ad olioe la visione di una tavola di " Giovanni de Bruggia" ossia Jan van Eyck, che aveva mandato una tavola a Napoli, alla corte di Alfonso d'Aragona tramite banchieri fiorentini, Antonello non avrebbe deciso il suo successivo e decisivo viaggio di formazione nelle Fiandre. Alcuni studiosi contemporanei sono propensi a credere che quel viaggio non ci fu mai, perchè la formazione di Antonello fu a Napoli, ma da un viaggio Antonello ritorna nel 1460: speriamo dunque nel futuro della ricerca. Fino al  1925 ne sapevamo poco, finchè lo studioso Nicolini pubblica la lettera di Pietro Summonte del 1524: nella missiva l'umanista napoletano grazie ad una risposta al veneziano Marco Antonio Michiel, scrive " costui non arrivò per colpa delli tempi alla perfezione del disegno delle cose antique, si come ci arrivò lo suo discepolo Antonello da Messina" . Costui era nientemeno che Cola de Neapoli, Colantonio, unico autore a vivere nella temperie pienamente rinascimentale a Napoli e a recepire le novità all'incrocio tra l'arte fiamminga e quella pienamente italiana, e dalla lettera è scritto a chiare lettere: il suo discepolo è nientemeno che Antonello da Messina.
Ritratto uomo, Galleria Borghese
Squarciato il velo della formazione di ascendenza fiamminga a Napoli, sarà Ferdinando Bologna a scrivere il resto della storia, e oggi sappiamo che Antonello era a Napoli prima del 1457 quando firma un'opera siciliana. Forse Antonello nacque nel 1430 o giù di lì,  visto che sappiamo morì a 49 anni come scritto da Vasari, nel 1479;  e per alcuni quasi certamente collaborò con la stesura della celebre ancona di San Girolamo di maestro Colantonio, tra il 1444-45.  Del ritratto Trivulzio, perchè passato a questa collezione dopo essere stato in quella fiorentina Rinuccini (e poi di nuovo ceduta a Torino in maniera risarcitoria per una complicata storia di intralci e collezioni), raffigura un anonimo uomo alla moda patrizia veneziana ed è con ogni probabilità, dipinto a Venezia in un soggiorno tra il 1475-76 quando è documentata la sua presenza alla Serenissima, o forse in Sicilia, patria del Maestro. Il quadro ha un "fratello buono" alla Galleria d'arte Borghese a Roma: lo sguardo più dolce e calmo dell'affilato ritratto a Milano. I patrizi veneziani, ci tennero a farsi raffigurare da Antonello: forse di lui intuivano la grandiosa lezione a metà strada tra l'invenzione reale dell'arte nordica su fondi monocromi e la lezione spaziale dell'arte italiana. Solo che Antonello la trasfigura nello sguardo: scaraventandoci nel ritratto psicologico del personaggio, nei suoi tratti salienti. Nell'invenzione italiana dello spazio dell'anima.


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