Napoli 2 novembre 1764: quando la città esplodeva di vivi e di morti(Ai morti senza nome)

“ …vuole il re che si segua il dettame dell’Architetto Fuga, qual assicura che sono a ciò sufficienti quelle che si trovano per ora già perfezionate nel detto Camposanto al numero di duecento, e capace ognuna di più centinaia di cadaveri, senza che vi sia la necessità di formarsi  le mentovate due fosse nuove” (carteggio di Giovanni di Goyzueta al Signor Duca Perrelli,1764).

Grazie alle Radiomemorie di Sonus Loci, la Sirena esplora la sua Storia.
E' in arrivo la nuova puntata sulla Napoli dei vivi e quella dei morti: La città dei vivi e la città dei morti (Ferdinando Fuga, architetto della ragione).
 E' l'aprile del 1764, esplode un'epidemia in città: febbri putride. Una catastrofe della malnutrizione, causata dalla carenza alimentare cronica e soprattutto dalla mancanza di vitamine; probabilmente scorbuto, beri-beri, pellagra, diatesi emorragica, si sparsero per la città uccidendo migliaia di vite.
In soli sette mesi si contano 40.000 morti. Era da poco passato l'anno orribile della peste (1656): la memoria della Sirena era ancorata alle carni putride di quel precedente contagio.
Napoli capitale con oltre 300.000 abitanti.
Era il 1764, e il Real Albergo dei Poveri accoglieva i malati nel suo ospedale, che una real commissione volle ampliare dagli inziali 500 posti a 1700, spostando anche gli infetti dal Quartier Militare della Maddalena.
Fu l'inizio della catastrofe.
Era il 1764, erano pronte 200 delle 366 fosse del Cimitero omonimo: la periferia est di Poggioreale, era il limite della città.Furono usate tutte: iniziò allora a funzionare il calendario perpetuo della morte.
Sette mesi dopo quell'aprile, mi piace pensare fosse il 2 novembre 1764, migliaia di morti e di vivi erano ammassati nel contagio della Sirena, ma il peggio era passato.
Solo l'architettura di Ferdinando Fuga, oggi illumina quella tragedia; a lui si devono le due macchine di tufo e pietra laviche delle più ambiziose fabbriche della città: il Real Albergo dei Poveri che vedo dalla finestra, e il Cimitero delle 366 fosse, poco più in là.
Ai vivi e ai morti senza nome di quegli anni, oggi, giorno dei defunti, io dedico il mio pensiero e la nuova puntata di Sonus Loci Radiomemorie.
Anche se siete vissuti e morti in silenzio, noi ci ricordiamo di voi.

Grazie a Sonus Loci Radiomemorie, Rita Chiliberti, Cristina Passalacqua.
www.sonusloci.it
Sonus Loci Radio Memorie di Napoli _ by radioPAN.it Un progetto radiofonico a puntate sul recupero, la conservazione e la diffusione della memoria dei luoghi di Napoli. Un tessuto di voci narranti, suoni in presa diretta e frammenti musicali per una serie di passeggiate acustiche tra le strade, gli edifici e le storie molteplici della città partenopea.

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