Ergastronomia: Napule è 'na carta sporca, si, ma di frittata di maccheroni

Mappatella Beach di F.Kaiser
Ognuno conosce la canzone di Pino Daniele: un sole amaro, odore di mare, odore di bambini, mille culure...
Tra le figure retoriche dei versi però ce n'è una simbolica che mi sento di dover analizzare: 'a carta sporca.
Nessuno si cura della carta sporca, profetizzava Daniele: ognuno aspetta, forse la sorte che la rimuova? Notorio è che le carte sporche a Napoli ci siano: arredi urbani inesistenti ci stimolano al loro posizionamento creativo. Il gesto più locamente sviluppato è l'abbandono stradale ed emotivo della carta sporca. Pirotecnici lanci da finistrini, canestri inesistenti appiedati, scivolamenti comenientefosse.
Sono giunta alla conclusione che la carta sporca sia un'immagine collettiva fondamentale della nostra contemporaneità (come 'a tazzulella 'e cafè) : riflettendo sulla carta oliata abbandonata sulla spiaggia di Mappatella Beach, punto antropologicamente strategico di Napoli, e sulla tendenza a considerare "morti di fame" i frequentatori del celebre lido napoletano -unica spiaggia libera insieme alla Gaiola per due milioni di abitanti di Partenope- sono giunta a più riflessioni.
A Mappatella Beach (la spiaggia dove si porta la "mappata"che serve per imbandire la tavola) si lasciano rifiuti, in particolare la carta sporca delle frittate di maccheroni che è trai piatti nazionali partenopei: popolare, nutriente, pesante. Plebeo. Dunque, questa carta inutile da cucina tradizionale popolare ecocompatibile nel riuso degli avanzi, mi induce ad una riflessione sull' ergastronomia di Napoli (ergaster, in Greco è stomaco, e noi siamo Greci di cultura).
Tutti sanno il ruolo fondamentale della cucina partenopea, ma c'è di più: la Sirena è il simbolo di Napoli, il suo mito ancestrale, e la pancia il punto di unione della natura della sirena; mezza animale dalla pancia in giù, mezza umana da là in sù. La duplice natura si collega proprio tra la pancia e la stomaco:  il punto della sollevazione del popolo partenopeo è la fame e la paura che dalla pancia viene e prende lo stomaco, quello della borghesia che la plebe appunto, gli rubi il pane e la scena.
Feste, farina e forca toccano lo stomaco: che detto in Napoletano "tuccà" ha ben più ampio significato che il semplice sfiorarsi (mi hai toccato i nervi, per esempio)
Sul didramma di Partenope, la sua antica moneta greca,  esiste solo il volto della Sirena: dall'altro lato il bue d'Italia (italoi=vituli, adoratori del vitello per i Greci) come il mito di Europa invertito. Infatti è lei, un nume che guida la natura animale del bue. E i delfini, simbolo del Mediterraneo attorniamo il ritratto.
Praticamente una moneta che è un progamma civile, e che privilegia la parte nobile del corpo.
L'ergastronomia partenopea, cioè l'osservazione dello stomaco applicato agli usi culinari, mi induce quindi a molte rilfessioni: oi dialoghoi ('e malepanza filosofici di Partenope@)
La pancia è il punto focale della società napoletana: il punto della sollevazione del popolo e della paura domestica della borghesia, il luogo dell'incontro della critica della presunta sporcizia di quella carta sporca.
A Mappatella Beach, come scrive un amico (Ferdinando Kaiser)  "Il popolo del mare mette in scena la commedia della miseria, ride scostumato per fare dispetto alla civiltà che non sa quanto è buona la frittata di maccheroni dentro la mappatella" : è una antica commedia tragica, in cui la plebe lasciata ai sui elementari bisogni e priva di ogni educazione civica si "scostuma" in ogni senso. Si denuda e denuncia la sua presenza: la commedia della miseria che si burla della presunzione di civiltà, quando questa ignora i bisogni elementari, e dunque denudandosi, la plebe mette in crisi col semplice esistere chiassoso l'ordine spocchioso della città. 
nature intime spogliate sul Lungomare, dal web
Di queste nature intime spogliate in riva al Mediterraneo del Golfo, ognuno può pensare ciò che vuole; esiste però una categoria speciale a Napoli: i plebenisti, che sono i borghesi che criticano la plebe che lascia le carte oleose di frittata sulla Mappatella.Per i plebenisti, i Napoletani di Mappatella, sono sozzosi. I plebenisti, non sanno, come in una antica fabula atellana, di essere i veri protagonisti a cui quella carta si rivolta. Come lo stomaco qualche volta fa nell'ergastronomia partenopea.



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