Riace Ready-Made appezzottato: sull'osceno/scempio/esempio dei Bronzi

Osceno Scempio/Esempio
Marcel Duchamp nel 1919 mise i baffi alla Gioconda, dadaista com'era chiamò l'opera  L.H.O.O.Q. (Elle a chaud au cul,  letteralmente: "Lei ha caldo al culo", per dire che era eccitata) provocando così l'immagine, la definizione e la reazione del pubblico ai suoi famosi ready-made, ovvero un simbolo utilizzato al di fuori del suo contesto, e ancor più in fondo in "totale assenza di buono o cattivo gusto" ( Thierry De Duve, Pictorial Nominalism: On Marcel Duchamp's Passage from Painting to the Readymade, p.159) 
Nel caso della Gioconda coi baffi, che da madonna passa a quasi prostituta, la provocazione è compiuta: ma non c'è solo quello. C'è anche il gusto alchemico dell'anagramma nel titolo come esperienza della conoscenza, e l'androgino che baffi e pizzetto richiamano... comunque l'innovazione della profanazione visiva: finalmente con Duchamp, possiamo toccare il tabù.
E qualcuno ricorderà il geniale spot Liscia/Gassata/Ferrarelle giocata proprio sulla stessa immagine.  
Venere a cassetti
Sull'onda dadaista c'era anche il Surrealismo di Dalì che prosegue nella ricerca della profanazione, ma con altro senso estetico:  la Venere di Milo a cassetti è del 1936. Bronzo e pelliccia di ermellino per la metafora dell'inconscio posizionato entro i cassetti in cui si annidano i desideri dai carezzevoli pomelli ed anche per il gioco linguistico di chest (in Inglese torace e mobile da arredamento al contempo). Molte sono le opere di Dalì che vanno verso questa intricata ricerca estetica, e sempre utilizzando copie, molto spesso frutto della sua riproduzione manuale: fatte da lui. Handmade.
Veniamo a Michelangelo Pistoletto: Venere degli Stracci, 1967.
A partire dal 1967 utilizza calchi di sculture classiche per alcune sue opere come la Venere degli stracci (1967) o l’Etrusco (1976) l’Annunciazione (1980), lui che aveva lavorato come restauratore nella bottega paterna.
La Venere con pomo dello scultore neoclassico Bertel Thorvaldsen, diventa di spalle ogni possibile Venere, e dunque la bellezza come concetto: l'icona bianca davanti all'Arte Povera rappresentata dagli stracci -che poi è la Pop-Art italiana per eccellenza- e che negli Anni Settanta, faceva da avanguardia nel ribaltamento dei significati, anche visivi (bianco marmo/stracci colorati).
Febbraio 2014: questo presunto allievo di Andy Warhol così si curricola, veste una copia della Paolina Borghese in una vetrina con un velo rosso, scatta alcune foto ai Bronzi originali dopo averli addobbati con velo da sposa,  tanga leopardato e  boa fucsia. La Soprintendente Bonomi giura di non saperne nulla, e di non aver autorizzato gli scatti osceni, ma nell'ambito di una kermsse promozionale solo una foto col tulle (peraltro già discutibile) e che i custodi sono prontamente intervenuti, ma che evidentemente gli scatti erano già compiuti.
Pistoletto e gli stracci
Posto dunque, che la Storia dell'Arte era piena di artisti che avevano manipolato consapevolmente copie, e ribadisco COPIE, provocando il livello visivo con altrettanta efficacia, questo presunto allievo di Warhol cosa avrà mai capito della duplicazione in serie della Pop-Art?
Insomma, mettere le mani sugli originali è una profanazione, ed essere artistiti originali ha evidentemente tutt'altro peso culturale, come si evince da questa rapidissima disamina sulla icona e scultura antica.
Martellate alla Pietà
Posto che non v'è nulla più da inventare per certi personaggi il cui gusto osceno è fuori da ogni dubbio, visto che la frattura ideale con l'arte classica vanta perlomeno centotrentanni, la prossima mossa potrebbe anche essere la distruzione dell'opera, la frattura reale: erano artisti anche i folli con la Pietà del Michelangelo (15 martellate al grido di "sono Gesù Cristo") 1972, e del David dello stesso autore, che nel 1991 ebbe a martellate la frattura dell'alluce.
Non cito altri tentativi sull'onda della manipolazione "creativa" degli originali: cospargere di liquido infiammabile per dare fuoco alla Madonna di Foligno di Raffaello (1989) e la bomboletta spray contro Mantegna ("Il trasporto del corpo di San Cristoforo"  1993) .
E' diventata arte anche questa dopotutto, dopo lo scempio/esempio dei Bronzi.


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