Morte di un libero matematico napoletano


L’8 maggio del 1959 Renato Caccioppoli si tolse la vita in Palazzo Cellammare: l’analisi matematica, era la sua naturale inclinazione. Abbiamo recentemente scoperto dalle sue cartelle cliniche al Leonardo Bianchi il suo “ingegno supernormale” ma le sofferenze dell’uomo, restano forse l’unica vera ragione del suicidio di un genio, al centro di una famiglia di grandi pensatori e scienziati internazionali radicati a Napoli sul finire dell’Ottocento.
Michail Bakunin, nonno di Renato C.
  Il film di Mario Martone del 1992 ha raccontato la complessa vicenda di Renato Caccioppoli, genio indiscusso e problematico, ma per capire il personaggio storico, bisogna partire da quel suo nonno rivoluzionario russo, Michail Aleksandrovič Bakunin (1814-76) sopravvissuto fuggendo all’esilio in Siberia comminatogli dallo Zar, che combatté a fianco di Richard Wagner e in “dialogo” con Marx. La “Primavera dei popoli” dei moti del 1848 agitava l’Europa e la recente Unità d’Italia, erano un terreno fertile per le idee di Bakunin che arriva a Napoli nel 1865. Michail a Napoli ci sarebbe anche morto se avesse potuto: il resto dell’Italia non lo convinceva, e amava il caffè al punto da scrivere la celebre frase: Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno”. E da Napoli, città della filosofia da sempre, guardava l’Italia: l’arretratezza delle scienze gli sembrava il primo motivo della fiacchezza della nostra democrazia....

....il resto dell'articolo è in edicola sul #corrieredelmezzogiorno, di oggi, martedì 8 maggio.

Commenti

Post popolari in questo blog

I capolavori di Caravaggio per una passeggiata romana

Cento anni di dolce Remy a Napoli, capitale del gelato

Il mercato ittico di Luigi Cosenza capolavoro dell’arte è in vendita