Napoli c'è: la libreria di azionariato popolare IoCiSto.

Ieri sera il Vomero, il quartiere di "su Napoli" è andato in tilt, ma nennemo più di tanto. Io ho trovato anche parcheggio in via Luisa Sanfelice, quindi a due passi. Moltissime persone hanno invaso pacificamente lo spazio antistante la funicolare di via Fuga, dove in via Cimarosa 20, si inaugura la nuova libreria di azionariato popolare "IoCiSto". Uno spettacolo fatto in casa, con cose prestate e lavoro gratuito degli artisti; una testimonianza che quando la città è chiamata ad esserci, c'è, gratuitamente e con fiducia.
L'iniziativa, nata virtualmente sull'onda emotiva dell'indignazione per la chiusura di molte librerie partenopee, e portata avanti dalla tenacia di un gruppo di persone che si è andato allargando sempre di più, parte coi migliori auspici e il migliore degli entusiasmi, che collettivamente si propana e che riesce a smuovere, come incontrovertibilmente si vede, quasi un migliaio di persone.
Il sindaco che pure era presente tra la folla, è stato a guardare; probabilmente nessuno pensava che la cosa fosse tanto partecipata.
I tempi per le librerie sono difficili, lo sappiamo, e quindi l'associazione culturale -così si è costituita al momento-  avrà un gran da fare a reperire i fondi che le servono a sopravvivere e a funzionare, ma intanto è partita, con una quota di 50euro a persona con oltre 1600 aderenti al momento. Ma ieri sera, c'erano i banchetti per le sottoscrizioni e certamente altri soci hanno aderito.
E' ovvio che la questione si giocherà sul lungo periodo, con una scommessa per niente facile: però un dato è certo, questa Napoli, che non è solo il Vomero, aveva voglia di stare insieme; di passare una bella serata semplice, in compagnia di altri cittadini, bere una cosa, mangiare una zeppola (che era chiusa) e quindi ci siamo lanciati sulle patatine -la nuova moda. Napoli aveva voglia di fare e darsi una scrollata, oltre che indignarsi a vuoto.
Speriamo che l'esprienza collettiva serva a crescere insieme come città e come identità cittadina; talvolta quello che conta è che certe cose nascano a prescindere dal loro esito.
Anche se ovviamente, auguro all'associazione di vivere serenamente il travaglio della carta stampata: riusciranno i nostri eroi? La perdita delle librerie a Napoli, è davvero un dato triste e che ci riguarda: probabilmente i lettori sono sempre gli stessi di numero, e ieri molti di loro han detto che non va più bene che una città chiuda una libreria, e che anzi, ne vorremmo mille altri di questi eventi.
La voglia di stare insieme, di fare corpo sociale, a Napoli è sempre una bella cosa: è una città viva, idealmente parlando, nonostante i detrattori. Quindi, qualcunque sia il futuro, è stato bello esserci, partecipare col corpo, e dire e sentire "IoCiSto". 
La misura delle cose non è la paura del fallimento, ma l'esperienza e la capacità di creare nuove strategie nonostante la difficoltà: quell'energia non si dissipa, serve da esempio. 
Questo è un esperimento, un parto difficile e collettivo in un epoca di individualismi e cambiamenti: è un controccorente napoletano... di quelli che ci piace ricordare, attraversano la storia di questa difficile e amatissima città.

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